Settembre è senza dubbio il mese dedicato all’uva, non solo come frutto da gustare in tavola, ma anche quello in cui ha solitamente inizio la vendemmia. Settembre è, infatti, il mese più ricco di questo meraviglioso frutto di cui, come sapete, esistono diverse varietà.
Le tavole settembrine si riempiono di uva chiara, rosata e scura: dall’uva Italia all’uva pizzutella, passando per l’uva fragola, una particolare varietà di uva sia bianca che nera.
La vite è tra le piante più coltivate sin dall’antichità, per cui l’uva è stata sempre presente sulle nostre tavole. Pare che le prime coltivazioni risalgano all’epoca pre-fenicia, e che si siano sviluppate in un’area circoscritta tra Asia occidentale, Europa e Africa settentrionale. Studi approfonditi hanno rivelato che le prime forme di coltivazione e vinificazione risalgono a più o meno 6000 mila anni fa in Armenia.
Successivamente la civiltà greca ne introdusse la coltivazione nel bacino del Mediterraneo facendola conoscere anche agli Etruschi attraverso il commercio. Successivamente, fu coltivata anche dai Romani, fino ad arrivare, attraverso i secoli, ai nostri giorni.
Si tratta di un frutto dalle molteplici proprietà ed essendo molto ricco di acqua e sali minerali, in particolare di ferro, potassio, manganese, vitamine A e B, è ideale per contrastare l’affaticamento nella stagione più calda e mantenere il nostro organismo ben idratato. Oltre ai sali minerali, nell’uva sono presenti in importanti quantità antiossidanti, antocianine, flavonoidi, polifenoli, resveratrolo, che la rendono un’alleata perfetta nella lotta ai radicali liberi e le conferiscono proprietà antinfiammatorie, soprattutto nel trattamento delle flebiti.
Questo frutto previene l’osteoporosi, soprattutto nelle donne in menopausa, in quanto i sali minerali in essa contenuti sono fondamentali per l’assorbimento del calcio ed è consigliato anche ai pazienti che soffrono di gotta, anemia, artrosi e reumatismi. Inoltre, sostiene il sistema cardiovascolare e rinforza le nostre difese immunitarie.
Possiede anche proprietà lassative, motivo per cui spesso è consigliato consumare l’uva in quantità moderate, soprattutto se si soffre di colite o sindrome del colon irritabile.
E’ consigliabile consumare l’uva da tavola lontano dai pasti, poiché possiede un’alta concentrazione di zuccheri: in questo modo non avremo un carico glicemico troppo alto dopo i principali pasti della giornata. Essa, infatti, è particolarmente indicata come spuntino di metà mattinata o pomeriggio, soprattutto se si ha la possibilità di abbinarla a della frutta secca come mandorle, noci, nocciole o pistacchi o frutta di altro genere, magari usandola in una ricca macedonia.
I mesi in cui è possibile trovare l’uva da tavola in commercio sono quelli estivi ed autunnali, vale a dire da fine luglio, quando si affacciano sul mercato varietà come la Vittoria, tra le prime a giungere a maturazione, fino a dicembre, dopo il periodo di vendemmia.
Innanzitutto, è necessario fare molta attenzione al grado di maturazione del grappolo nel momento dell’acquisto: esso dovrà essere adeguato, quindi il colore dell’uva dovrà essere di un giallo vivo o ambrato, mai verde o giallo acido.
Gli acini dovranno presentarsi ben attaccati al raspo e di colore uniforme, il raspo stesso dovrà avere un colore vivo, dovrà essere turgido al tatto e in alto reciso di netto, senza sfilacciature. Se si nota la presenza di acini particolarmente molli o addirittura ammuffiti, sarà meglio lasciar stare il grappolo in questione.
In natura, gli acini producono una sostanza che serve per proteggersi dai raggi solari e dal caldo, si tratta di quella leggerissima patina biancastra di cui spesso essi sono ricoperti, tale patina è proprio il segno più evidente della freschezza di questo portentoso frutto.
Chi ha detto che l’uva va servita in tavola solo come fine pasto, per preparare il palato al dolce? Niente di più scorretto: l’uva trova spazio in tutto il menù, dagli antipasti al dolce, passando per primi e secondi piatti.
Abbinata, ad esempio, a del salmone affumicato, a del formaggio roquefort e del finocchietto selvatico può comporre un ottimo spiedino da servire freddo all’inizio del pasto. Ideale anche come ingrediente principale in un risotto o accompagnata con il vitello, per degli arrosti da leccarsi le dita!
Parlando di dolci, la crostata è la sua massima esaltazione, ma è possibile preparare anche dolci a base di uva con pasta lievitata.
Forse non tutti sanno che la parte commestibile dell’uva non è composta solo dagli acini, ma anche dalle foglie. In diversi paesi del medio-oriente e dell’est Europa come la Grecia, l’Albania, la Moldavia, la Turchia, la tradizione culinaria le ha introdotte già da secoli e possono essere utilizzate cotte al vapore come involucro per involtini di carne o riso o addirittura conservate in salamoia e successivamente consumate come contorno a piatti più o meno elaborati.
Insomma, potremmo dire che dell’uva non si butta via nulla, infatti anche il raspo viene utilizzato per la produzione di grappa e liquori simili.
La Chef Rosaria Di Maggio è certamente la migliore nel far risaltare tutto il gusto dell’autunno nelle sue preparazioni. Se avete voglia di assaggiare la cucina tipica lampedusana e siciliana, non potete perdervi i deliziosi piatti preparati dalle sapienti mani della Chef Rosaria Di Maggio al Ristorante Costa House.